L’Omeopatia non deve essere considerata una medicina sostitutiva, ma una medicina che stimola ll’autoguarigione o guarigione biologica.
Il meccanismo con cui il rimedio omeopatico funziona potrebbe essere legato al fatto che esso ha in sé il quadro della malattia, in quanto la può provocare nel soggetto sano in corso di sperimentazione. Somministrando il medicinale al soggetto malato quindi, si pone l’organismo di nuovo a confronto con il quadro morboso, offrendogli una seconda “chance” per una opportuna reazione, dimostratasi inadeguata nella precedente occasione con la conseguenza del manifestarsi della malattia.
Le recenti scoperte nel campo della microscopia elettronica a trasmissione avvalorano l’ipotesi che la reazione di autoguarigione possa essere indotta da una persistere di molecole del soluto nella soluzione e che tali molecole possano avviare una reazione di tipo ormetico (cfr: seminario internazionale SIOMI “Advances in Homeopathy: a new scientific and social perspective”)
L'omeopatia utilizza anche le erbe tuttavia la divina scienza non deve essere confusa con la fitoterapia piuttosto che con la gemmologia. I medicinali omeopatici vengono estratti, non solo dalle piante farmacopee ma anche dal mondo animale e da quello minerale. Non si tratta quindi mai di prodotti di sintesi. Le differenze sostanziali del medicinale omeopatico sono l’estrema diluizione e la cosiddetta dinamizzazione. Concludendo è errato affermare che l’omeopatia curi con le erbe.
La terapia omeopatica è rigorosamente personalizzata. Al contrario dei farmaci convenzionali che vengono scritti contro un qualcosa, la terapia omeopatica viene prescritta analizzando il modo di essere del paziente, il modo con cui reagisce agli stimoli esterni sia positivi che negativi, pertanto le terapie sono assolutamente personalizzate e la stessa terapia potrebbe avere risultati diversi sui vari pazienti.
I farmaci tradizionali vengono spesso affiancati da prodotti omeopatici il cui scopo è spesso quello di diminuire la dose dei primi in maniera graduale. E’ chiaro che il medico deve sempre valutare il quadro clinico complessivo per regolamentare le differenti medicine.
A volte può accadere e ciò dimostra che il farmaco sta provocando una reazione, tuttavia, quando ciò non avviene non significa il contrario, tutto dipende sempre dall’individuo. E’ importante distinguere l’aggravamento omeopatico da quello persistente che indica il peggioramento della malattia ossia la sua progressione.
La risposta è NO, se il farmacista non ha la medicina prescritta ci si deve rivolgere nuovamente al medico che valuterà il da farsi. Le medicine omeopatiche vengono prescritte ad personam e, una differente diluizione o dinamizzazione può cambiare drasticamente lo scopo prefisso.
Un omeopata deve essere sempre un medico, tuttavia se le due figure sono diverse la loro collaborazione è indispensabile e poichè il loro fine è univoco, ognuno di loro deve essere a conoscenza della presenza dell'altro.
La risposta dell'organismo alle terapie omeopatiche varia in balse alle condizioni cliniche del paziente e alla capacità del medico nel prescrivere il farmaco giusto. Comunque i tempi di reazione dovrebbero essere più rapidi in un'affezione acuta mentre nelle patologie croniche c'è da attendere anche un paio di mesi per un miglioramento sensibile.
L’omeopatia è una scienza che ha una tradizione di quasi due secoli. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’Omeopatia è il 2 ° più grande sistema medico al mondo, con un importante e costante tasso di crescita ogni anno a livello mondiale.
In Europa più di 100 milioni di persone utilizzano l’omeopatia e 50 mila sono i medici omeopati che la esercitano. Nel mondo i medici sono oltre 500.000 e i pazienti che la utilizzano sono più di 600 milioni (secondo l’OMS), distribuiti in più di 80 Paesi.
In Italia, secondo il sondaggio EMG Acqua 2016, l'8,2% della popolazione si affida in modo continuativo alle cure mediche omeopatiche con una frequenza quotidiana o settimanale. Più del 20% degli italiani utilizza invece i medicinali omeopatici almeno una volta l’anno. E in generale, oltre l’80 per cento degli intervistati dichiara di conoscere l’omeopatia.
Alcuni considerano l"aggravamento omeopatico" come un effetto collaterale ma ciò non è vero poichè questo effetto è solo la dimostrazione della reazione del corpo e pertanto non può essere considerato tale. Tuttavia come tutti i medicinali, anche quelli omeopatici possono avere piccolo effetti collaterali che hanno però minore gravità e durata e sono, di solito, facilmente reversibili.
Nella Medicina Omeopatica la visita è un momento determinante, nel quale il medico deve cercare di comprendere il più possibile della persona sofferente.
L’Omeopatia è infatti una medicina individualizzata, che si basa non solo sulla valutazione della malattia e dei suoi sintomi, ma anche sulle modalità con cui la persona reagisce, sugli aspetti costituzionali e comportamentali. Per questo motivo la visita omeopatica serve a definire non solo i disturbi fisici, ma anche la storia, lo stato emotivo e mentale della persona.
Il contributo del paziente è di fondamentale importanza; gli viene richiesta, infatti, una partecipazione attiva: dovrà parlare liberamente di sé, della sua salute, della sua vita e dei suoi problemi. Quello che si deve creare con il medico omeopata è un rapporto di fiducia; bisogna sentirsi a proprio agio, liberi di esprimersi e di parlare senza imbarazzi e timori.
I piccoli pazienti sono quelli che dovrebbero avvantaggiarsi di più dalle terepie omeopatiche perchè:
a) rispondono meglio in quanto meno “inquinati” da altre terapie;
b) accettano ben volentieri una terapia non traumatica e facilmente somministrabile;
c) l’omeopatia è una terapia che rispetta il loro sistema immunitario in maturazione, anzi cerca di equilibrarne le risposte;
d) l’omeopatia è una terapia che limita il fenomeno dell’antibioticoresistenza o gli effetti collaterale indotti da medicinali non perfettamente tollerati.
Spesso i farmaci “convenzionali” sono controindicati in gravidanza e, in questa fase della vita di una donna e del bambino che nascerà, l’omeopatia può rappresentare l’unica risposta per migliorare e curare patologie e sintomi che spesso le donne sopportano pazientemente. Il momento del parto può inoltre essere raggiunto e superato brillantemente senza ricorrere a farmaci convenzionali, mediante l’uso di medicinali omeopatici che modulano ed equilibrano le contrazioni uterine e lo stato di ansia che spesso le accompagna.